Il balilla che è in te
Il saluto romano non impone l’obbligo di togliersi il cappello. Tale obbligo è da osservare, quando il saluto sia reso in luogo chiuso. (Achille Starace, dal Foglio di Disposizioni del 12 giugno 1933)
E’ fatto assoluto divieto di portare il collo della camicia nera inamidato. (Achille Starace, dal Foglio di Disposizioni del 23 maggio 1934)
Guardate che la battuta di Woody Allen in Bananas sembra un’esagerazione, ma forse non vi ricordate che noi, a Bananas, ci siamo stati, qualche anno fa. E io leggo le Disposizioni staraciane e mi preoccupo, perché ci siamo dentro fino al collo. La valanga di decreti, disposizioni, ordinanze, consigli affettuosi con una mano e il tirapugni nell’altra, ma soprattutto l’assoluta, totale imbecillità di molti di questi se la giocano alla grande con le pensate del mai compianto Starace. Non voglio entrare nel merito perché, a differenza di molti governatori e parecchi sindaci, io tengo che fare, ma devo dire che sto leggendo cose che gridano vendetta: sanificazioni costose e cazzo di cane, orari di apertura stabiliti sbattendo il cazzo prima nel calamaio e poi sulla carta, spostamenti di cittadini monitorati col telemetro, addirittura posti limitati nei mezzi pubblici. A Roma e a Napoli, che è un po’ come dire Bombay anni 50, però più lercia e disordinata.
Ora, è ovvio a chiunque non sia completamente obnubilato dalla propaganda martellante di questi mesi e/o terrorizzato da virologi televisivi con gli occhietti da Renfield quando sente l’uosemo dell’arrivo del Padrone, che tutta questa infernale ammuina di regole e regolette serve a una cosa sola: a coprire l’assoluta incapacità, da parte di chi ci governa (e si è candidato a farlo, affermando, giurando e spergiurando di averne le capacità).
E guardate che funziona così: il numero di regole stronze e incomprensibili che si inventano è direttamente proporzionale alla loro incapacità di gestire i problemi reali.
La minaccia di lanciafiamme e cavalli di Frisia è speculare al riapriamo tutto subito di quelli che, da soli, contano metà dei morti giornalieri e focolai a strafottere. Siccome non si fa quello che si deve e che -soprattutto- si può fare, si emanano editti e ordinanze: ci manca solo il ripristino del banditore comunale e la cartolina precetto e stiamo a posto.
Quello che so per certo è che ogni volta, ogni singola volta che uno di questi se ne esce con una leggina a cazzo di cane, stupida e chiaramente inapplicabile lo inutilmente vessatoria, significa che a) sta scaricando sui cittadini colpe e responsabilità che competono a lui soltanto, e b) in quello stesso momento non sta facendo quello che dovrebbe fare, e che dovrebbe salvarci la vita. Significa che, pur di far vedere che fanno qualcosa, fanno qualcosa di inutile, e che pagheremo sempre e solo noi
Questi ci faranno schiattare, di malasanità o di domiciliari, e quello che è peggio è che la morte ci troverà vestiti da Ballilla, buoni e ubbidienti: cioè, da stronzi.
Le ultime parole fumose