I ciucci e l’hybris.

Parlavo con Marco farfallòn Ciriello del comportamento degli scrittori cosiddetti mainstream durante l’emergenza (per intenderci, quelli che io ho vinto un Campiello e tu no, come quando Berlusconi disse a Spaventa, discutendo di economia, vinca prima tre coppe dei Campioni e poi parliamo), e insomma diciamo che ci siamo un po’ intristiti, perché prima che gente che scrive noi siamo gente che legge, e ci manca qualcuno che scriva cose non dico entusiasmanti, ma un po’ meglio dei pensierini di scuola, ecco. Avere ora un Berto, un Bianciardi, farebbe una grande differenza per tutti noi. E allora ho pensato di chi è la colpa, e ho deciso che non è degli scrittori. Loro fanno il loro mestiere, e se trovano chi gli pubblica i pensierini, non vedo perché dovrebbero rifiutare: i soldi sono importanti, anche se, come diceva Paz, è bene pensarci prima e dopo, mai durante. E allora ho pensato che forse la colpa è degli editori, e forse in parte lo è. Ma poi ho pensato che nemmeno tanto.

E ho pensato che la colpa è di questa hybris che ci fa credere di poter controllare tutto, e di essere capaci di agire in modo calcolato: puntate, mirate, fuoco. E invece non è così. La natura, il mondo, ama il disordine e se ne fotte di quello che pensiamo di sapere. Perché se ci sembra giusto porci degli obiettivi, è invece sbagliato pensare che gli obiettivi siano quelli giusti.

Prendete il mercato editoriale: funziona più o meno che si crede di individuare dei target (che parola merdosa, porca miseria), e si pubblica di conseguenza: questo lo pubblichiamo per le femmine sceme, questo giallo senza trama per chi non ha mai letto Agatha Christie, questo invece per i rattusi, quest’altro per le divorziate che devono sentirsi dire che non trovano il principe azzurro non perché sono delle case cadute insopportabili ma perché i maschi sono cattivi. E non funziona così: nel senso che proprio la spesa non vale l’impresa, almeno a sentire i lamenti degli editori, che dicono che i libri non si vendono. Perché non è così che vanno, queste cose.

Anzi, non è così che vanno le cose in generale.

Funziona che se qualcuno ti manda il manoscritto de Il male oscuro, tu non perdi tempo a cercare di capire a chi lo devi vendere e come. Se è bello, lo pubblichi. E non commissioni libracci a dei ciucci pensando di venderli ad altri ciucci: perché tanto poi non li vendi, o non ne vendi quanti credi. La verità è che noi diciamo mirate, puntate, fuoco, e poi spariamo a nostra sorella che è andata fare la spesa. In poche parole, questo comportamento, alla fine, è antieconomico. Non è che non esistono i Bianciardi: è che non troverebbero posto in qualche casella immaginaria del marketing, tutto qui. E con questo metodo, non avremo mai un’altra Vita agra.

E credo, da ignorante, che questo discorso sia applicabile anche a questa emergenza. Sarò fesso, ma credo che se avessimo avuto mille volte il numero di ricercatori che abbiamo adesso, forse avremmo affrontato il mostro senza ricorrere per troppo tempo a metodi medievali (perché questo è la quarantena preventiva, sia chiaro). Ma immagino ci fossero delle  statistiche che dicevano che mille volte i ricercatori che abbiamo erano inutili. Le stesse statistiche che magari dicevano che la Sanità andava bene così, perché guardate, questi sono i numeri, questi gli obiettivi, e invece l’obiettivo giusto è sempre il disordine, quello che ai numeri sfugge sempre, soprattutto se i numeri servono a coprire incompetenze e -talvolta- ruberie. Come nell’editoria serve gente che scriva, e che scriva cose sempre diverse, servivano centomila ricercatori ai quali andava detto fate un po’ quello che vi pare, studiate con calma quello che ritenete opportuno studiare; serviva aprire ospedali a cazzo, anche dove non ci sembrava opportuno, magari facendo a meno dei milioni che succhiano le sagre letterarie e cinematografiche della cultura al cartoccio.

E invece abbiamo scelto di affidarci a quattro esperti di marketing farlocco, quattro imbonitori da fiera, e adesso siamo in ginocchio per una epidemia virulenta sì, ma prevedibilissima.

Ecco, mettete insieme i ciucci e l’hybris, e questo è il risultato.



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