Menu militari.
Quando non hai figli e vuoi uscire di casa ci metti due minuti: chiavi, sigarette, cellulare e alè, via nel mondo a far figuracce. Se invece la tua vita è allietata da un pargoletto, la dotazione base consiste in: batteria di riserva per cellulare, pannolini di ricambio (a seconda dell’età del pupo), pazziarielli vari, ciucci e sonarielli, acqua, sughi di frutta assortiti, snack in numero di tre a seconda dei gusti dell’infante, fazzolettini di carta, salviette imbevute, cerotti, salviette disinfettanti e tutto il gesucristo che vi viene in mente. Perché non si può mai sapere. Le cose te le devi portare appresso perché non sai se quando ti serviranno troverai un negozio aperto dove comprarle, perché ci può essere una emergenza qualunque e tu sei responsabile e devi essere pronto. Non ci vuole chissà quale scienza: qualsiasi scellerato che abbia un figlio lo sa e si regola di conseguenza.
Ecco, vi sembra che chi ha gestito la Sanità fino a oggi abbia fatto altrettanto? Non so a voi, ma mi pare che coi soldi dei sonarielli e dei pannolini e dei disinfettanti qualcuno si sia comprato il cellulare nuovo. Ecco perché hanno fatto bene i cubani a mandarci i medici e non i soldi. Perché se un cocainomane ti chiede soldi per pagarsi la bolletta del gas, tu non glieli dai, i soldi: al massimo gli paghi la bolletta tu. E quindi, mi sa che Cuba ha fatto la cosa giusta: non so quanto abbia fatto bene Trump a mandarci 100 milioni: chi vivrà vedrà, ammesso che riesca a trovare un posto in terapia intensiva.
Ecco perché mi fanno ridere quando questi continuano a usare termini militari, manco fossero Enrico Toti invece che furieri con la colla sulle dita.
Che poi, tanto per chiarire, cari entusiasti della baionetta, se proprio volete fare i Rommel, vi informo che non è esattamente così che funziona un esercito. Esiste una catena di comando: non è necessario che ci sia un Duce, in cima, può essere anche uno Stato Maggiore. Ma c’è qualcuno che impartisce un cazzo di ordine e uno che ubbidisce. Punto. Invece qua la mattina si sveglia il generale, ordina una cosa e i colonnelli cominciano col la litania del tu sì pazz, sei andato con la capa per terra, come ti permetti, qua comando io. Ora, a me non me ne fotte un cazzo del vostro grado e non mi fido neanche un po’ della validità delle vostre decisioni. Se vi piace tanto comandare, sbrigatevela da soli, telefonatevi, fatevi una call, come vi piace tanto dire perché qua siamo ormai a italiano seconda lingua, ma datevi una regolata una volta per tutte. Per usare la terminologia militare che vi fa bagnare le sporchette, in trincea non ci state mica voi. A voi i tamponi li fanno eccome, mentre io vedo gente con febbre altissima ai quali viene negato per settimane.
Ecco, già stare in trincea, come dite voi, è brutto; prendere ordini da incompetenti è ancora peggio. Da invasati che alluccano, però, proprio no eh. Fateci almeno un piacere: parlate un fesso alla volta.
Almeno risparmiateci le sceneggiate. Abbiate pietà.
Le ultime parole fumose