Due o tre cose che so.

1) La Rai. Sei il presidente del Consiglio? E allora non fai le dirette Facebook come Clio make-up o Chiara Ferragni. Contegno istituzionale e rispetto dello Stato significa anche usare i canali istituzionali. Non so a voi, ma a me vedere i cuoricini che scorrono in video mentre il damerino gioca a fare lo statista non mi rassicura neanche un po’. Per non parlare del rispetto verso le persone che in Rai ci lavorano. E’ piena di debosciati e raccomandati buonancazzo, lo so io e lo sapete voi. Ma c’è anche un sacco di gente perbene che si fa il mazzo. Rispettiamoli, per cortesia. Se siete capaci. Prendete nota.

2) Il ritardo. Non sei una fidanzata che se ne è andata di culo: sei il capo del Governo. Se dici che ti fai vedere all’ora tot, all’ora tot ti devi far vedere. Non ci sono cazzi. Milioni di persone segregate in casa ad aspettare te in piena crisi d’ansia. E che cazzo. Dice ma ho lavorato fino all’ultimo momento. E si vede. Purtroppo.

3) Chiarezza. Va bene, non siamo tutti intelligenti come te, ma la politica dell’ ibis redibis non morieris in bello, francamente, ha rotto i coglioni. Dici chiaramente (magari anche con parole tue, e con calma, non ti preoccupare, vieni qui vicino alla cattedra, su su) che cosa vuoi fare e soprattutto spiega perché.

4) I cazzi dei tabaccai. Allora. Io capisco che in un paese come questo non si può dire apertamente che i tabaccai restano aperti perché se no  arrivano le squadre della temperanza a dire che il fumo fa male, è un vizio e vergoniaaaaaa. Sì, è vero: il fumo è un vizio. Però non è vietato, anzi lo Stato ci mangia sopra che è una bellezza. E, udite udite, sarà grazie alle Marlboro se nelle case avremo qualche femminicidio in meno. Mi rendo conto che non avete potuto studiare come si deve perché ciavete avuto ‘a malattia, ma se qualche decina di milioni di persone deve stare segregata in casa per non si sa quanto tempo, avere sigarette, avere vino e liquori a volontà e avere psicofarmaci aiuta a mantenere la calma. Lo hanno capito i siti porno, che infatti offrono il servizio premium gratis, voi no. Risultato: ieri notte, all’una, c’era la fila di gente alle macchinette. Ma si può?

5) Le responsabilità. Una persona seria ammette gli sbagli, e qui, di sbagli ce ne sono stati tantissimi. Dai governatori che adesso giocano a fare chi Rambo chi Pinochet chi Pulcinella, da Confindustria che ha dettato una linea che altro che Boris Johnson, al governo in paranza, no uno sì e uno no. E invece niente. Manco il cazzo. Nessuno di voi che dica una cazzo di volta: abbiamo sbagliato qui e adesso rimediamo in questo modo. Ora, sarebbe tempo che capiste che questo di spostare l’attenzione da un problema serio (le vostre responsabilità) a una stronzata (vedi i runner) è il principio del gioco delle tre carte. Una truffa. Però è una truffa che non puoi fare più di un paio di volte. Redarguire quotidianamente decine di milioni di persone incolpevoli per i vostri errori è, oltre che stupido, anche ridicolo. E, read my lips, non funziona. E’ pericoloso, cazzo.

E veniamo ai piecori.

1) Quello che dice e allora vacce te. No. Non ci voglio andare io. Non mi sono candidato a fare il presidente del Consiglio, io. Così come non alleno il Napoli e non sono responsabile se la squadra gioca di merda. Il responsabile è l’allenatore, il presidente magari, forse i giocatori. Chiunque ma non io. Se tu vuoi fare Churchill non puoi mandare la Raf a combattere la battaglia d’Inghilterra con gli aereoplanini di carta, e quando perdi dai la colpa alla popolazione, che so, di Liverpool. Non funziona così.

2) L’imbecille che dice eh ma poverino è inesperto. Ah allora se vale la regola che quando il mare è calmo ogni strunzo è marenaro allora mi candido anch’io a dirigere il paese, grazie al cazzo. Come dice Homer Simpson, è il mio primo giorno!

3) Infine, gli imbecilli amanti delle Forze Armate. Vediamo se capite. Su questa cosa ha espresso serissime preoccupazioni (ovviamente meglio argomentate delle vostre, che siete dei piecori pavloviani), niente meno che Avvenire. Non Lotta Comunista: Avvenire. Il giornale dei vescovi. Voi andate pure ad applaudire, tanti piccoli Enrico Bottini con le vostre coccarde. Se ci cercate siamo qui, sempre dalla parte di Franti.



I commenti sono chiusi.