E’ questo il momento.
Volevo dire solo un paio di cose, poi oggi torniamo a sorridere (ci proviamo, e lo facciamo gratis, tanto per sottolineare chi è signore e chi invece si fa pubblicità a quegli articoli da cartoleria che sono i suoi libri) col Bollettino di guerra. Quello che volevo dire è che è questo il momento. Va bene, l’emergenza, cioncatevi in casa e non uscite. E va bene. Non esco. Ma che io sia maledetto se mi faccio prendere dal vostro rumore di fondo di interviste a virologi che in realtà sono infermieri, o degli audiomessaggi da procurato allarme. Però io penso, ve l’ho già detto. E penso una cosa. Che è questo il momento.
E’ esattamente questo il momento di chiedere a voi che gestite la Sanità e che strillate come aquile che non ci sono posti letto, che cazzo facevate invece di creare posti letto? Scriveva David Quammen* otto anni fa: Le malattie del futuro, ovviamente, sono motivo di grande preoccupazione per scienziati ed esperti di sanità pubblica. Non c’è alcun motivo di credere che l’AIDS rimarrà l’unico disastro globale della nostra epoca causato da uno strano microbo saltato fuori da un animale. Qualche Cassandra bene informata parla addirittura del Next Big One, il prossimo grande evento, come di un fatto inevitabile (per i sismologi californiani il Big One è il terremoto che farà sprofondare in mare San Francisco, ma in questo contesto è un’epidemia letale di dimensioni catastrofiche). Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale? Farà trenta, quaranta milioni di vittime? L’ipotesi è ormai così radicata che potremmo dedicarle una sigla, NBO. La differenza tra HIV-1 e NBO potrebbe essere, per esempio, la velocità di azione: NBO potrebbe essere tanto veloce a uccidere quanto l’altro è relativamente lento. Gran parte dei virus nuovi lavorano alla svelta. Solo voi che gestite la Sanità non lo sapevate. Non sapevate una mazza e oggi imponete il coprifuoco. Mi sta bene: lo rispetto scrupolosamente, ma so che ve lo devo chiedere ora, in questo momento, dove cazzo eravate e cosa cazzo facevate, invece di prepararvi a un evento più che annunciato.
E’ questo il momento di chiedervi di rendere conto della vostra incapacità e delle vostre mancanze, perché quando tutto sarà passato sarà l’euforia a permettervi di farla franca. Sarà la contentezza di uscire dai domiciliari che farà in modo che nessuno vi chieda conto dell’emergenza che avete contribuito (eccome, se lo avete fatto, sottovalutando il problema e violentando la Sanità pubblica) a creare.
E’ questo il momento di dirvi che abbiamo capito che la retorica patriottarda serve soltanto a voi come scusa per giocare a fare i salvatori della patria (la vostra: la mia è il mondo intero), e che prima la finite di abboffarci i coglioni con Enrico Toti che lancia la stampella, con Amatore Sciesa che tira innanz, con Pellico allo Spielberg, con Attilio Regolo, gli Orazi e i Curiazi e Muzio Scevola, e meglio è.
°fonte: Marco Ciriello, Herzog, Il Mattino
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