Davanti museo.

Faremo la Biblioteca Nazionale dell’Inedito. Un luogo dove raccogliere e conservare per sempre romanzi e racconti di italiani mai pubblicati. Ve la ricordate, voi, questa incommensurabile scemità? La scrisse l’allora ministro (e romanziere, non dimentichiamolo mai) Franceschini. Peccato che poi non se ne fece niente: sarebbe stato bellissimo vedere quanti soldi sarebbero riusciti a buttarci dentro, un capolavoro tipo quello di Rutelli col suo fantasmagorico Italia.it. Detto questo, Franceschini ebbe una botta di serietà e, forse per farsi perdonare questa baggianata, si inventò le domeniche gratis nei musei. Una cosa oggettivamente non criticabile. Forse perfezionabile, ma già come idea -finalmente- si partiva col piede giusto.

Poi è arrivato il ministro Bonisoli, che ha dichiarato che dopo l’estate finisce la pacchia: col cazzo che potete vedere Caravaggio gratis. Poi ha parzialmente fatto marcia indietro, dichiarando che spetta ai direttori: Se vogliono mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, ma quando c’è l’obbligo a farla non va bene. Scorda, forse, il simpatico Bonisoli, che imporre le cose, le linee guida, è esattamente il compito del governo in carica, attraverso il suo ministro: cioè, lui. Voi mi direte, ma come, non lo sa? E può anche darsi che non lo sappia, cari miei: il fatto è che Bonisoli, da uomo di mondo, va in giro, viaggia, fa cose, vede gente, ed è proprio durante uno dei suoi viaggi che deve aver partorito l’idea dell’abolizione dei musei gratis. Non avete idea dei commenti che sento a livello internazionale, ha dichiarato alla stampa. Immaginatevi la scena: Bonisoli a Berlino che ordina una Bratwurst e una Peroni da 33, e deve subire gli sfottò dei crucchi in fila dietro a lui che fanno hahaha gvarda ki c’è, essere ministro di Italia, kvelli ke non fare pakare bilietto HAHAHA Beckembauer Heidegger HAHAHAHA. Voi capite che a uno a un certo momento gli girano le palle e poi è ovvio che tornato in patria vuole mettere il biglietto a un milione di euro, tiè crucco maledetto becchete sto bijetto.

E voi giù a criticarlo, merde. Vergognatevi.

Per fortuna, a correre in soccorso del globetrotter Bonisoli, ci pensa, dal suo blog sul Fatto Quotidiano, l’ingegner (ingegnere a 5 stelle, ci tiene a precisare DUE volte, nel caso foste distratti, sul suo profilo FB pubblico) Mattia Fantinati, sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, il quale ci rassicura: loro alla cultura ci tengono, non vogliono svenderla gratis.

Svenderla gratis.

Nel caso cambiasse idea, sottosegretario, mi faccia sapere, che io sarei interessato, anche se il concetto di svendere gratis mi risulta, come dire, un po’ oscuro, nel senso che o svende o regala: ecco, se decide di regalare, mi chiami, casa mia è piccola ma una maschera di Wildt ci starebbe una bellezza, se svende invece soldi non ne ho. Eppure Fantinati, pur con le idee un po’ confuse sulle transazioni, per il resto non si fa pregare e dice la sua, scagliandosi contro i Turisti mordi e fuggi, che non pernottano, e che consumano cibo spazzatura, mica le eccellenze del “Made in Italy”, e made in Italy lo scrive proprio così, con la M maiuscola (nome proprio di Made in Italy), in grassetto e tra virgolette, così che non abbiate a confonderlo col Made in England o -che Dio ce ne scampi -col Made in France.

Non contento, il Fantinati rincara la dose: Alle città d’arte serve un turismo di qualità, che non affolli i monumenti trasformandoli in luna park e che li rispetti. Esattamente quello che succede a Roma, amministrata da una competente sindaca a 5 stelle (sindaca, a lei, calza a pennello), che infatti ha trasformato Roma in un crogiuolo di culture e iniziative intellettuali, il culmine delle quali si manifesta quand’Ella si reca alla traditora al capezzale di tratti di piste ciclabili moribonde o quando inaugura ben SETTE cessi pubblici (tanto Roma quanti abitanti avrà, venti? Trenta? Sii famo basta’).

Il Fantinati, poi, modesto com’è, non lo dice, ma noi sappiamo, perché ce lo ha detto il vicepremier, che mica c’è più bisogno di andare ai musei, che oggi le opere d’arte te le mandano a casa coi software e con le stampanti treddì.

Solo ricordatevi di spostare il tavolo del tinello che se no poi la stampa del Cristo velato non ci entra tutta.



I commenti sono chiusi.