Caro Giuseppe cumpare nipote

La lettera dei seicentomila professori bla bla bla. I giovani non leggono bla bla bla. I giovani non sanno scrivere bla bla bla. Che inutile, infinita rottura di coglioni. Quanto tempo sprecato a piangersi addosso per cose che sapevamo perfettamente sarebbero successe: semmai dovremmo meravigliarci che non siano successe prima, e in maniera più drammatica. Ma, come diceva Andrea Pazienza, c’è tempus. Invece di capire quello che c’è da capire, e cioè che non puoi riempire le università di amanti, fidanzati e  fidanzate e aspettarti che si trasformino in Ivy League, che non puoi trasformare le librerie in bistrot effeminati, rendere il servizio pubblico  un covo di vecchie cuperte (la radio) e di giovani imbecilli palestrati (la tv), senza pagarne il prezzo. E il prezzo è, semplicemente, quello che era scritto sul cartellino che non abbiamo voluto guardare:

da un decennio fa in poi, ogni generazione è e sarà più stupida e ignorante di quella precedente.

Non è che ci voleva la zingara, e le polemiche che questa lettera ha scatenato lo dimostrano. Perché sono polemiche del cazzo, da pittime nevrasteniche, perché danno la colpa ora a gli uni, ora agli altri. E invece è colpa di tutti. Ogni volta che leggiamo un libro di merda, ogni volta che ci accontentiamo di un talk del cazzo, ogni volta che permettiamo all’articolessa di un beota di farci perdere del tempo, non solo bruciamo neuroni (lo fa anche l’alcool, ma lo fa in maniera gradevole),  abbassiamo la nostra capacità di individuare il colpevole. Che è accontentarsi, tutto qui. Dice, ma i genitori lasciano i figli davanti alla tv! Vergognaaa, nun site ‘e Salierneeeee! Come se il problema fosse il medium, non il messaggio: prendersela con la tv è come prendersela col frigorifero: se dentro ci metti il topicida sei stronzo tu che ce l’hai messo e povero tuo figlio che se l’è bevuto. Poi ci sono gli imbecilli che è colpa di Internet, ovvero quel posto dove puoi trovare tutte le cose belle del mondo e che la gente usa per mettere like ai quadri di lontananza.

La verità è che siete sempre stati così, ed era facile capire che le cose sarebbero peggiorate. Adesso date pure al colpa a chi volete, indignatevi. Poi uscite di casa, comprate l’ultimo besteseller scritto di merda, tornate a casa in tempo per il gruppone d’ascolto di Sanremo, poi augurate la buonanottissima al gruppo e andatevi a coricare felici.

Ci siete sempre stati, vi conosco. Siete quelli che Pippo Baudo è un grande professionista, che Almirante è un grande oratore. Siete sempre quelli, solo che adesso siete vestiti come terzini dell’Atalanta alla comunione dei figlio.

 



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