Vi possano accidere.
Tra le tante martellate sui coglioni che mi infliggo, la meno dolorosa e più controproducente è quella che mi assesto usando termini dialettali, anche più o meno italianizzati. Mi piace, ma non si fa: è cafone, sciò sciò. Se si deve usare il dialetto, che sia dialetto del 400, che venga almeno da una villanella e che sia certificato da un paio di moderni antrolopogi de sinistra (che si distinguono da quelli vecchi perché quelli vecchi erano bravi); se no, non si fa, è cafone.
Vincenzo De Luca l’ha fatto parlando di Rosy Bindi, sua vecchia arcinemica: si è permesso di italianizzare quello che da una vita ci viene detto da nonne, mamme, padri, zie, zii, compari, comparielli e affini: ti pozzano accidere. Non sto qui a spiegarvi cosa significa, perché tanto se non lo capite è perché o non ci arrivate, e allora siete cretini, o non lo volete capire, e allora pure siete cretini. Gli errori gravi di De Luca sono stati altri: per l’esattezza, due. Il primo è stato quello di credersi libero di fare e dire certe cose. Il mazzo di carte nel quale si è infilato, e del quale fa parte a pieno titolo l’onorevole Bindi, che è stata, ed è rimasta, nella Dc di Andreotti, Gava e Forlani, per dire, è estremamente sensibile alle chiacchiere. Per questa gente i fatti non contano, contano le chiacchiere. La narrazione, come dicono quelli che non hanno voluto studiare. E la narrazione dice che De Luca ha (attenzione, lo hanno detto davvero)) minacciato di morte Rosy Bindi. La cosa fa talmente ridere che si commenta da sola, ma De Luca avrebbe dovuto far mente locale, e sapere che a lui è consentito dire soltanto cose che Crozza può parodiare, e che il pubblico di Crozza può capire. Non una parola di più. Il secondo, e gravissimo, errore di Vicienzo ‘a funtana è stato quello di chiedere scusa. Di arrendersi, per quieto vivere, per interessi politici, per ordini di scuderia. Ha patteggiato una pena per un reato che non ha commesso, insomma, e ha sbagliato. Manco spiegarsi, doveva: se lo capite lo capite, se no chi se ne fotte. Non ha capito che questa cosa pesa più delle assoluzioni nei processi per i quali la Bindi lo aveva definito impresentabile (sempre la stessa Bindi della Dc di Gava e Andreotti, sia chiaro). Non lo ha capito e questa cosa la pagherà: da ieri è ufficialmente un rottame incapace di contenersi, e stop. Anche se è l’unico politico in grado di parlare in pubblico senza sembrare appena uscito da un elettroshock. Anche e soprattutto se è sarcastico, cattivo, ironico, colto quando gli va, istrionico sempre.
Non ha capito che la magistratura qualche volta ti assolve, ma che quelli che dicono sindaca, ministra, architetta e avvocata, non lo fanno.
L’ignoranza è un nemico molto, molto potente.
Le ultime parole fumose