Il metodo Salierne.

Leggo un amico che, più schifato che incazzato, commenta le gesta di una libreria che ignora di avere in negozio un certo libro. Libro che l’autore (non io, ovviamente) aveva presentato in quella stessa libreria pochissimi giorni prima. Ora, non pensate che la cosa sia strana, perché è invece diventata la normalità: le librerie acconsentono a presentare libri anche di autori non mainstream, perché contano sul fatto che siano gli autori stessi a portar gente in negozio, dove potranno cercare di ammollare i libri che vanno in tv, e che espongono in patetiche colonne, in un risibile tentativo di imitare le grandi catene librarie, che come Amazon ben sa, sono alla frutta. Ma tant’è. L’idea di molti librai, che si fingono indipendenti ma non lo sono, è lo stesso dei negozianti che praticano il metodo Salierne. Che consiste nel non venderti ciò che hai chiesto, ma quello che hanno loro sottomano: neanche in magazzino, dovessero mai spostare il culo. Vuoi un maglione a collo alto? Se non ce l’hanno, fingono di ignorare che i maglioni a collo alto esistano. Vuoi la mortadella? Kosa essere kvesta strana kosa ke tu kiamare mortatella? Prendere infece un poko ti speck, ja?

Attenzione: il metodo Salierne non è la conseguenza di un complottone (nel caso delle librerie non è colpa dei grandi editori o della distribuzione): è colpa della deboscia e della incompetenza di quelli che siccome vendono libri di merda, si credono librai, o salumieri, o meccanici, ma non hanno la più pallida idea di cosa stiano facendo. Per dire, in questi giorni festeggia 26 anni un negozio, sempre di Salierneee, che si chiama Doodah. Vendono dischi, e di dischi di merda, in ventisei anni, ne hanno venduti pochini: mi ricordo la faccia schifata che fecero una volta quando entrò una femmina a chiedere l’ultimo di Ligabue. Che ovviamente non avevano. Ce l’aveva Ricordi megasuperultrastore: che ovviamente ha megasuperultrachiuso, mentre Gianfranco e Max sono ancora lì a vendere musica buona. Così come sono ancora a vendere roba buona i miei amici librai Roberto Librido, Myriam Gison, Claudia di Cresce, Cristina di Canio (ci aggiungo Giufà a San Lorenzo: grande scelta di titoli di prim’ordine) e tanti altri. Tutta gente che non applica il metodo Salierne, che se chiedi un libro te lo vende, se non lo conosce s’informa e te lo ordina. E te li fa preferire a Amazon, perché fai pure due chiacchiere.

Ora, il fatto è che contro i complotti si può combattere, in qualche modo. Contro il boicottaggio si può controboicottare. Contro questi non c’è bisogno. Contro questi particolari degenerati (eh sì, mi cito, è il mio blog e mi cito quanto mi pare), contro questa particolare specie di degenerati, l’unica cosa che possiamo fare è sederci in poltrona e aspettare, perché il metodo Salierne ha un solo difetto.

Che, più prima che poi, fai la fine delle botte a muro.



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