Credersi Marlon Brando.
In questa estate per fortuna non bollente sto, come sapete, girando un po’ e incontrando quelli che mi fanno l’onore (non scherzo e lo sapete) di leggere le mie cose. Quindi mi capita di parlare parecchio di libri, di come funziona, o meglio, di come funziona a cazzo il mercato editoriale. Sto sentendo anche parecchi, giovani e non più tanto giovani, che chiedono a me consigli su come entrare nel mondo dell’editoria, e a ‘sto punto farebbero prima chiedermi di farli giocare nel Barcellona, almeno lì un’entratura sono cazzo di trovarla. Non vivo in quel mondo, non mi piacciono quelli che ci vivono, non mi piace come vivono quelli che ci vivono e sostanzialmente mi passa per il cazzo di entrarci.
Certo, non alle loro condizioni.
Il che significa che se venisse qualcuno a farmi un’offerta vantaggiosa che non pregiudicasse il mio lavoro e la mia dignità personale, la accetterei di corsa. Se poi ci uscisse una cosa di soldi, meglio: molto meglio. Dice, ma così è facile. Eh no, cari, così è difficile, difficilissimo. Facile è leccare culi, brigare, coltivare relazioni a scopo lavorativo, leggere, lodare e recensirsi reciprocamente libri di merda. Quello è facile. Non richiede impegno, se non un minimo di sforzo sociale, roba che sono capaci pure le papere, e un po’ di pelo sullo stomaco. Ripeto: a fare questa iacovella sono buoni tutti. Difficile è lavorare e credere in quello che si fa, soprattutto quando non ci crede nessuno a parte te, e qualche volta sei tu il primo a dire ma che me ne fotte a me di sbattermi, mo’ mi vado a pigliare un gelato.
Quindi sì, un consiglio ce l’ho, da dare. Mi è venuto in mente pensando (come mi succede sempre, almeno tre volte al giorno) al Padrino. Dovete sapere che Marlon Brando non era stata la prima scelta per interpretare il ruolo di Don Vito: era il solo Puzo a volerlo, Coppola avrebbe preferito quel turzo allesso di Laurence Olivier. Il guaio era che Brando, pur venendo da una serie di insuccessi commerciali (l’ultimo, Queimada, gli aveva distrutto la reputazione), non faceva provini. Non è che si scocciava, è che aveva capito che una cosa è un provino a un perfetto sconosciuto, che non sai di cosa è capace, un altro è un provino a un attore che conosci già, che sia Marlon Brando o meno; credo insomma che fosse una cosa più di dignità che di ego. Insomma, la cosa stava così: era una perfetta situazione di stallo, perché il parere di Puzo contava, il libro aveva cominciato a vendere e Coppola non era ancora Coppola. A un certo punto, è proprio Brando che, letto il copione, invita scrittore e regista a casa sua. Si mette del lucido da scarpe in testa e un fazzoletto al collo e li accoglie bevedo un espresso e guardandoli per un minuto circa. Fine della concessione di Brando al provino. Ora, voi mi direte, ma lui era Marlon Brando, ti vuoi mettere tu e Marlon Brando? E invece mi ci voglio mettere, perché Brando sarà anche stato imbattibile quando recitava, ma qui si tratta di scelte, non di talento. Questo discorso, per me, vale per tutti, per i geni come lui e per gli scarsoni come me.
Quindi, il consiglio che ho da dare è quello di un Marlon: non leccate culi. Fate vedere quello che sapete fare, e basta. Il fatto che poi interessiate o meno a quello che pubblica il libro del cantante dei Negramaro, beh, dovete capire che quella è tutta un’altra storia, e che voi non c’entrate più proprio. A quel punto, a meno che non siate voi il cantante dei Negramaro, non c’è un beneamato cazzo che possiate più fare, quindi tanto vale mettersi l’anima in pace e continuare a smazzarsi per i fatti vostri. L’idea è quella: voi faticate ma ve ne state alle case vostre: se vi vogliono sanno dove trovarvi, punto. Non siamo più nel 1700, sapere chi siete, cosa, come quanto scrivete è cosa di dieci minuti. Non vi cercano? Perfetto: dunque c’è qualcuno che non vi cerca. Quello che dovete ricordare è che c’erano centinaia di registi e produttori che non cercavano Marlon Brando anche perché lui si rifiutava di mettersi a fare il leccaculo.
Poi le cose andranno come devono andare, e ognuno sarà il Marlon Brando che si merita di essere.
Il cantante dei Negramaro fatelo fare agli altri.
la mia stima nei tuoi confronti aumenta ad ogni post che leggo, credo che quando mi arriverà il tuo libro diventerai una sorta di divinità vivente in terra che dispensa minchiat-consigli!
Hail AMLO!
Estate bollente per colpa degli anticicloni africani, altrimenti in the Italy sarebbe un paradiso.
(come nel nord europa)
e direi pure che marlon brando e stephen king hanno avuto successo perchè stanno in america, se fossero nati nello zaire nessuno li avrebbe conosciuti.
Consigli veri, come sempre. Mi viene da aggiungere che ci si scontra anche con decisioni deliranti da parte di chi potrebbe scoprire nuovi scrittori: per fare un esempio il concorso letterario della Rai (la Giara) che accetta solo concorrenti con meno di 39 anni.
un concorso ALLA RAI? nons cherziamo