Vincitori e vinti.
C’è un personaggio nel mio nuovo libro che si chiama Enzo Di Donna. E’ uno scrittore di medio successo, a modo suo simpatico, ma è il cattivo del libro (non vi scervellate cercando di capire chi è davvero nella realtà, io non scrivo mai di persone realmente esistenti, è una cosa che considero vergognosa, anche se molto praticata), e ha una vera e propria fissazione per il successo. Per lui, che è la summa del pensiero contemporaneo, tutto si misura in vincitori e vinti, il mondo si divide tra chi ce l’ha fatta e i falliti. Ora, mentre scrivevo, avevo paura a mettergli in bocca lo zeitgest, perché se c’è una cosa che il lettore medio non capisce, almeno non in Italia, è la realtà. A un personaggio gli puoi far scopare Naomi Campbell dieci minuti dopo averla conosciuta anche se è un nano deforme, puoi farlo parlare come nessun essere umano ha mai parlato nella storia dell’umanità, ma se vuoi davvero essere frainteso devi dipingere la realtà com’è. Per il pubblico italiano nulla è più incredibile delle cose che gli succedono sotto il naso tutti i giorni e che ha scientemente deciso di ignorare.
In questo, la storia dei falliti è incredibile.
Fateci caso, anche su Facebook o su Twitter, trovate sempre l’idiota che si valuta a seconda dei follower che ha, o degli amici, o dei mi piace. E nessuno lo insegue con torce e forconi, come sarebbe giusto. Ora, io capisco che uno desideri vincere, per quanto io sia la persona meno competitiva del mondo, al punto che, pur essendo il classico pollo, vengo regolarmente cacciato dai tavoli da poker: i miei sono soldi facili da prendere, ma siccome non m’incazzo, non c’è gusto nemmeno a spennarmi, ma: vincere è una cosa bella se sai cosa vinci. Per esempio, il mio personaggio si bea delle sue copie vendute: è un vincente, gli altri sono falliti. Perfetto. Embe’? Cioè, non hai vinto perché, per dire, Benedetta Parodi vende più dell’inesistente Enzo Di Donna. Eppure a lui basta prendersela con chi ha venduto meno di lui. Possiamo star qui ore a discutere se sia meschino o no, e quanto, ma non è quello l’importante. Quello che conta è che la gente la pensa così. Allora, il mio libro, il mio disco vende un milione di copie. Ripeto, embe’? Anche i nazisti potevano vantare ali di folla plaudente e s’è visto com’è andata a finire. I soldi? E’ di questo che parlate? Beh, ecco la notizia: i soldi non esistono. Se li andate a prendere in banca e li guardate, sono pezzi di carta: i soldi, ovviamente, sono quello che ci fai, la gioia che riesci a ricavare da pezzi di carta ricoperti di materia fecale, moccio, residui di cocaina e batteri vari. Vincere? Cosa?
Se sei così materialista, fammi vedere esattamente cosa ci fai, se no non vale. Che cazzo avresti vinto, fammi capi’? E’ come per un etero dire, ragazzi, che fantastica gang bang ieri sera, c’erano trenta uomini arrapati che mi hanno fatto un mazzo di questa maniera.
Vi faccio un esempio. Il nostro attuale presidente del consiglio è più giovane di me; guadagna in un anno una cifra che io non riesco a portare a casa in due lustri. E’ famoso: per dire, se chiedi a Obama chi è Enrico letta lui dice ah sì lo so a Letta. E’, insomma un uomo di successo. Bene, sapete che fa oggi l’uomo di successo? Sta penando tra Quirinale (dove passerà, immagino, alcune ore a discutere con un ottuagenario) e il suo ufficio, per vedere quello che farà un fresco settantasettenne che va in giro con un cagnolino bianco. Se gli va bene, a Letta, passerà anche un po’ di tempo a discutere animatamente con Algelino Alfano e la Lorenzin. Ora, questa è la giornata di un uomo di successo, giovane e con un reddito francamente più che invidiabile.
Il morto di fame che scrive queste righe invece, è seduto al suo vecchio pc. Le finestre aperte da una parte e l’altra della casa creano una leggera corrente che porta in casa l’aria friccicarella romana. In questo momento sto scrivendo una cosa che piace a me, che ho deciso io di scrivere. Più tardi attacco una rubrica che mi costerà qualche ora di lavoro, però piacevole. Lo stereo è acceso, e in questo preciso istante sta suonando Tripwire di Elvis Costello e i Roots, un pezzo che si basa sulla sua vecchia, meravigliosa Satellite (che lui cantava con Chrissie Hynde). Appena scritto questo post mi faccio un caffè e poi una sigaretta in balcone, dove mi godrò l’assenza di Angelino Alfano e della Lorenzin. Non ho intenzione di brigare, spettegolare o di far male ad anima viva. Solo di scrivere un po’, fare quello che devo e poi stasera guardarmi il Napoli in grazia di Dio.
Mi viene da pensare che essere un fallito non sia poi tanto male.
Infatti non è male, il vero trucco è riuscire ad essere dei diversamente falliti…
La realtà è sempre un problema in un paese che è rimasto quello pre-risorgimentale: 17 milioni di analfabeti – che la vedono tramite la tv – e 5 milioni di arcadi – che la vedono attraverso le poesie sulle pastorelle. Non ci siamo spostati molto da quel punto di partenza.
Bellissimo post. Ho sempre pensato la stessa cosa di Berlusconi, se era furbo se ne andava alle Baleari 20 anni fa sto pirla.
è quello che penso io, ogni volta che qualcuno confronta la mia posizione lavorativa con quella di colleghi che hanno più successo di me. gh
Amle’ sto napoli m sta facenn canià ncuorp!
bello, mi piace assai!
Una cosa l’hai detta proprio giusta: i soldi non esistono! Soprattutto in Italia. Prova ad andare presso la tua banca e comunica all’impiegato allo sportello che hai intenzione di chiudere il conto e digli che domani passi a ritirare i tuoi soldi che hai sul conto che stai per chiudere e vedi la faccia che fa. In Italia non ci stanno più soldi, le banche non hanno banconote, per essere salvate dalla BCE hanno preso soldi, ma sono state obbligate a ricomprarsi da Germania e Francia i titoli statali italiani che erano in pancia a francesi e tedeschi e che cominciavano a sudare freddo. Infatti se oggi vai in una banca e chiedi un mutuo anche piccolo, diciamo 2.000€ per fare efficientamento energetico in casa, sai cosa ti risponde la banca? “Vuoi un mutuo di 2.000€, bene! Caccia 2.000€ e comprati da me 2.000€ di titoli di stato che girerai a me come garanzia per i 2.000€ che ti sto prestando e che resteranno a me finchè non avrai esaurito il pagamento del mutuo compresi gli interessi”. A questo livello sono ridotte le banche in Italia. Sto pensando seriamente di aprirmi un conto all’estero, dichiarandolo (cosa legale e lecita). Almeno se vado a chiedere di chiudere il conto pregandogli di darmi i miei soldi, forse ho qualche possibilità maggiore che mi diano i miei soldi. Comunque tra una cena di lavoro con Angelino Alfano e Arsenal-Napoli non saprei proprio cosa scegliere. . . Forse un bel pugno nelle palle mi farebbe svoltare la serata.
Se hai da magnà, lavarti, vestiti Q.B. per coprirti e un tetto sulla capoccia, no.
Non è poi così male.
Mi hai ricordato un articolo che ho letto poco tempo fa sull’Internazionale. Il concetto di vincente come paradigma, a prescindere. http://www.internazionale.it/opinioni/annamaria-testa/2013/09/17/la-bufala-del-vincente-a-prescindere/