All’estero ci sfottono e manco se ne accorgono.
Chi tra voi non ha mai visto The Office, la serie di Ricky Gervais e Stephen Merchant, si è perso molto. Vi piglierei a schiaffi, ma in breve vi dico che è un mockumentary sulla vita in ufficio e soprattutto sul boss, David Brent. Sostanzialmente buono, ma gretto e razzista quanto basta, Brent aspira a una carriera artistica, che Gervais non si fa pregare, a serie finita, a dargli. Ora, questo che vedete qui sotto è Equality Street,il secondo video musicale di David Brent, una tremenda tirata buonista sull’amore tra le razze, i diritti dei gay, delle donne, e perfino dei nani: un inno all’ipocritically correct. Guardatevelo e poi ne parliamo:
Visto? Bene, anche se non avete capito il testo, vi sarà chiaro che si tratta di un’accozzaglia di puttanate sinistrorse slash pretesche, con un chiaro intento satirico. Ora, il video è su Youtube e su ITunes (solo sul tubo, finora, più di un milione e mezzo di visite), nelle top charts di MTV, e lo stesso Gervais è stupito che , qualcuno, nel mondo, possa prendere sul serio questa mappata di luoghi comuni: è lui stesso a scriverlo su twitter:
Some people even think it’s a serious song.
Ora, sarò fesso io, ma Equality street mi sembra anche più profonda di molte canzoni delle icone di sinistra italiane. Uno su tutti, Jovanotti, quello che lancia gli appelli, l’autore degli immortali versi : io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano. E non mi chiamate stronzo se dico che il discorso d’insediamento del nuovo presidente della Camera non sarebbe stao malissimo in bocca a David Brent.
Ora, è una vita che ci abboffano le palle su come i poveri intellettuali italiani venivano mortificati all’estero per via di Berlusconi (e lo dicevano a noi, che manco una gita ai Castelli ci possiamo permettere senza farci due conti), quindi adesso fatemi lamentare un poco pure a me.
Ma come cazzo è possibile che quello che all’estero viene considerata una cosetta da riderci sopra senza stare neanche a pensarci tanto, in Italia diventa la base del pensiero de sinistra? Capisco che voi quando andate a Parigi ai convegni daa gauche vi vergognate di Berlusconi, ma perché io solo mi devo vergognare della destra E della sinistra? E tutto questo senza manco averci i soldi per andare a Parigi?
E a proposito di Gervais, la mia consueta marchetta: oltre a comprarvi il libro, andatevi a fare un giro sulla rubrica SPOILER, da oggi su TvZap
tutto giusto ciò che dici nell’articolo, però c’è da dire anche questo: col cazzo che gliela facevano fare se non era la star che è. derek, dico. se si può permettere di fare una cosa così rischiosa (e stupenda, pure io mi sono commosso) è perchè ormai è considerato una specie di io. giustamente, aggiungo.
Mp. e secondo te se vai in Italia da un produttore a proporre THE OFFICE, come ha fatto lui, che gli fanno?
certo. però avesse proposto derek come prima cosa (prima di the office) pure là gli avrebbero detto “ritorna nella prossima vita”.
ma che straordinario lapsus che dice molto sul mio ego. “una specie di io”… ahah, volevo dire dio.
d’io.
il problema secondo me è che qua pure se fai delle cose indipendenti fai cose che fanno cagare. non so tu, ma io ho provato a guardare qualche web serie di queste che si trovano su youtube: tempo 30 secondi ed ero su rete4 a guardarmi repliche del tenente colombo.
pensa che qualcuno fa perfino i documentari sulla sardegna abbandonata
ma infatti il mondo è pieno di pazzi.
@ MP:
se capiti in un canale youtube che si autodichiara “indipendente”, significa che sottosotto feta.
Youtube, poi, ha un modo tutto particolare di mettere in risalto le “webseries”.
Ma, girovagando nei suoi sobborghi, ho trovato roba che vale la pena vedere.
Se parliamo del cosiddetto “mainstream” (il mio cervello si è autodigerito per aver usato questo termine che mi fa cacare), per esempio serie animate come “Destructo Box” o “Dick Figures” meriterebbero più attenzione (e sono sponsorizzato da Mondo Media che col suo “Happy Tree Friends” ha cacat’o cazz).
Se parliamo della nicchia, beh, siamo a un altro livello. Solo che la nicchia, per l’ecologia, è un ambiente favorito a pochi organismi. che però vivono alla grande.
That’s it.
* sponsorizzati, che sinò pare che ci guadagni una cosa di soldi con “sponsorizzatO”.
no ma io parlavo di cose italiane. fammi vedere una cosa bella italiana che non dico sia bella ma che almeno non mi faccia stare male. “italiane” intendo in lingua italiana.
Scusa, di che ti sorprendi? Hai mai visto il documentario, terrificantemente vero, de “Il Sogno dell’Alieno”? O anche “Vote for Waldo” e “Message for the Prime Minister” della serie di telefilm di fantascienza “Black Mirror”, prodotta da Charlie Brooker per Endemol? Basta dire qualunque cagata, “semplice” (cioè scema), “ripetitiva” (cioè monotona) e “col giusto mix di ironia” (cioè veramente stronza!), e puoi sollevare il mondo meglio della leva di Archimede.
black mirror scommetto che è tra i prossimi post della rubrica. stupendo.
black mirror no, lo fanno in questi giorni su sky
non sapevo. ma ripeto: stupendo.
(riscrivo al volo perché s’è cancellato il papiello).
Black Mirror: grande (la II puntata della II stagione è uno spettacolo).
Webseries italiane: mah. mi viene in mente ThePills, simpatica serie di cortometraggi, ma giusto perché ho visto qualche video ieri.
Per fortuna internet dona i mezzi per cercare di capire perché la gente fa la fila per andare a vedere Siani al cinema.
L’ultimo, mi dicono, è un mix perfetto di “c’e ‘ccis, fratè” ripetuti a uso perete nei cinepanettoni.
Io, sinceramente, cerco di vedere The Wire quando ho tempo. Scusate l’ardire.
Zì ‘Ntonio.
Amlo, da corregionale, fammi fare una marchetta pure a me: siccome vi dovete vedere Derek in inglese (perché scordatevi di vederla mai in Italia) probabilmente non ci capirete una mazza perché parlano tutti strèvezo e si mangiano le parole. Bene, i sottotitoli li potete trovare aggratis su italiansubs.net (dove tra l’altro ho avuto la fortuna di scoprirti e dove ci sono tantissimi tuoi fan)
itasa ruleggia alla grandissima.
Bell’ a iss’!
no davvero. itasa dovrebbe essere candidato al Nobel. Credo che sia uno dei siti che maggiormente diffonde la cultura; ce ne fossero di più, saremmo un paese migliore
oh ma la canzone è davvero bella!! lasciando perdere le parole, che non capisco, musicalmente è un bel reggae!
il rapper è quello che appare nella quinta puntata di derek, che è una serie stupenda