Er Papa De Sinistra.

Premetto: a differenza di molti di voi (soprattutto giornalisti) che mi seguono, io non sono un vaticanista. Perciò non è di papa Francesco che voglio parlare, anche perché in queste ore i media italiani e i social network stanno sfoderando ogni sorta di banalità e io francamente mi ero già rotto il cazzo ieri sera verso le nove, figuriamoci se mi metto a ripetere a pappavallo le quattro cazzate dei signorini grandi firme italiani. Però, siccome evidentemente mi voglio male, mi è venuto da pensare all’atteggiamento del mio nemico storico, vale a dire la sinistra italiana (che, non smetterò mai di ripeterlo, in buona parte equivale a uno spietato tatcherismo, però più ipocrita), nei riguardi del nemico.

Anzi no, come dicono loro, dell‘avversario. O meglio, quando sono in vena di stronzate, del competitor.

Già mi era venuto da pensarci l’altro giorno, quando avevo intravisto non so dove una pittimiata sul fatto che in Italia, per colpa del solito Berlusconi, non ci fosse una destra seria con la quale la nostra sinistra ar tramezzino potesse dialogare.  Perché è così che fanno da anni: siccome non son capaci a vincere e non hanno le palle per combattere (e se pubblichi per Berlusconi e becchi i soldi poi mpochetto le palle te se sgonfiano), pretendono che Berlusconi si suicidi, o in subordine confessi di essere colpevole e si consegni alla giustizia. Siccome Berlusconi è dotato, a differenza loro, se non di palle, almeno di sano istinto di conservazione, e si rifiuta di uccidersi, i rivoluzionari iscritti all’Ordine si pigliano collera. Come certi tifosi che sognano di vincere lo scudetto sperando che la capolista perda ventiquattro partite di fila, mentre la loro squadra strappa un pareggio a Crotone.

Adesso fanno la stessa cosa col Papa. Addirittura ieri uno lo invitava a gridare Videla merda. Il Papa eh, non Chavez: il Papa. A questo punto chiedetegli di farvi pure una lap dance, visto che vi trovate a sparare cazzate.

Voi, bella compagneria (come sprezzantemente vi chiama Daniele Sepe), vi siete riscoperti tutti cattolici apostolici e romani, ma senza le palle di ammetterlo. E allora vi appellate alle cazzate politically correct, che poi sono la vostra versione delle disposizioni del gerarca Starace. Vi sdilinquite come commesse di profumeria di fronte al fatto che l’argentino abbia deciso di chiamarsi Francesco, come il vostro amato poverello, senza pensare che non è che chiamarsi Francesco significa che questo domani piglia e regala i beni della Chiesa ai poveri, come avrebbe fatto il vero Francesco. Ma a voi basta: prendete una racchia, la chiamate Naomi Campbell e questo vi basta per arraparvi: contenti voi. Intostate al solo pensiero che ogni tanto costui abbia preso la metropolitana: perbacco, che coraggio, che superba manifestazione d’umiltà; capirei tanto stupore se la metropolitana l’avesse presa in faccia e fosse sopravvissuto, ma a voi sta cosa che le persone cosiddette importanti sono esseri umani, e si possono anche fottere a prendere la metro una volta nella vita, come si dice a Roma, in culo ve c’ entra ma in testa no.Vi si scioglie il cuore al pensiero che venga dall’Argentina oh che bello, dall’altra parte del mondo, è argentino, allora è un bene, vero?: come se Videla fosse stato finlandese.

Contenti voi, che potete ripetervelo nella vostra bella compagnia di giro sui giornali e le tv. Io non ragiono così.

A me non me ne fotte un cazzo di avere un papa come piace a voi, uno che vi faccia chiacchierare a gettone. Per me, che sono di sinistra, quella vera, un Papa buono, semplicemente, non c’è. E comunque lo voglio a un palmo dal culo mio. Mentre voi disquisite sul fatto che abbia deciso di chiamarsi come il santo buono, a me vengono in mente i patti lateranensi: intanto che discutete su come parli bene l’italiano, io mi intossico pensando ai medici obiettori sobillati dal Vaticano: quando vi esaltate per il suo bel volto aperto, io penso all’aborto e al divorzio. E io so, a differenza vostra, che niente di tutto questo cambierà: niente. Anche per colpa vostra, che non capite che semplicemente non è possibile far comunella con quelli che boicottano la pillola del giorno dopo e poi andare in piazza a urlare se non ora quando.

E vi vedo, bella e sana compagneria satolla, quando portate i vostri figli a battezzare e a fare la prima comunione. Quando gli fate fare religione a scuola con la scusa che sai, la storia delle religioni è importante, e poi tornano a casa col disegnino del bue e dell’asinello e delle madonniella, altro che storia delle religioni. Vedo le vostre faccine contente di tanto democratico pluralismo, e mentre vi auguro parecchie cose poco gradevoli, le uniche parole che mi tornano in mente sono quelle di monsignor Colombo ne In nome del papa Re:

Non gliele date ‘ste creature, non gliele date. Le alleveranno nell’odio verso il padre: riportatevele a casa.

http://www.youtube.com/watch?v=8taQ9rxc-Ns