I vostri ragazzi.
Stamattina, mentre mi facevo il caffè, mi sono beccato un meta talk show nel quale un gruppo di giornalisti (professionisti, contrattualizzati, di successo), discutevano sulle colpe di Grillo nei riguardi dei mass media; oddio, ovviamente si era partiti con un bel cos’è che non abbiamo capito e in tre secondi sono arrivati a noi siamo molto più bravi della BBC, secondo la ben nota abitudine della stampa italiana per cui l’autocritica è solo un attimo di riflessione prima di passare all’agiografia. Ma non è stato quello che mi ha quasi fatto andare il caffè di traverso; a loro, ormai, sono abituato, lo sapete, li guardo come i dromedari allo zoo, che stanno là a ruminare senza capire un cazzo di niente e ti fanno pure tenerezza.
No, quello che come al solito mi ha dato da pensare è stato il coro: eh ma Grillo non maltratta noi firme de successo: ad aspettarlo sotto casa ci sono i giornalisti poveri, quelli precari, quelli da cinque euro ad articolo.
Ah davvero? E non vi vergognate a pagare la gente così poco? Ripeto: non vi mettete scuorno? Non vi vergognate? E se non vi vergognate, perché non vi vergognate? Perché?
E’ che io questa retorica la sento dalle sparate fascistoidi di Pasolini: ve la ricordate Valle Giulia, coi poliziotti poveri figli del proletariato contro il grasso Giuliano Ferrara figlio di papà che lanciava le molotov? Beh, io di questa retorica mi sarei anche rotto la minchia, e non poco. Certo, teoricamente, io sarei anche d’accordo che un proletario degli anni 60 che si arruola nei carabinieri per sfuggire alla miseria e va a combattere la ndrangheta per due lire, sia un poveraccio. Capirete però che non sono tanto cretino da offrire una wild card anche a quelli che fanno irruzione alla Diaz: essere sottopagato non è un merito, semmai una disgrazia. In questo caso avete diritto alla solidarietà, non all’impunità. Non potete fare il cazzo che volete voi solo perché vi pagano poco: anzi, come noi, non potete fare il cazzo che volete e basta.
La retorica dei nostri ragazzi a me non mi fotte più. Se nei vostri giornali sparate le peggio cazzate e la gente vi prende sul cazzo, è colpa vostra, e non è che potete dire ah io ho mandato avanti lo schiavo, non è che te la puoi prendere con lui. Semmai, con tutto il rispetto dovuto (che, mi dispiace, è molto poco), mi chiedo perché tu abbia degli schiavi e perché questi schiavi, invece di prenderti a sputazzate in faccia, stiano lì prendersi le sputazzate altrui a voi dirette. Il fatto è che io lo so, il perché. Perché quelli che voi chiamate precari, sfruttati, sottopagati (sfruttati e sottopagati da voi, mica da me: io, come cittadino, quest’anno ho cacato 100 milioni, a imprese private quali sono i giornali), sono come voi: si fanno sfruttare in attesa che arrivi il loro turno di sfruttare e sottopagare altri schiavi.
Fatti vostri. A me con questa retorica da due soldi non mi fottete. Quando voi dite, i nostri ragazzi, io capisco esattamente quello che volete dire:
i vostri ragazzi. Non i miei.
che bello c’è ancora qualcuno che usa il cervello prima di scrivere… Grazie!
Amlo,
tu a me mi stai al culo non poco, ma tanto e assaissimo. Scrivi molto meglio di me le cose che, càzzi, mi domando perché non le ho pensate. ‘fammuòcc, ma veramente
Chiunque voglia sovvertire lo stato delle cose, partendo dalla motivata ragione che il sistema socio-economico-culturale sia una merda, non può trattare nè dialogare in alcun modo con tutto ciò che è istituzionale (partiti, stampa, etc), deve combatterlo senza rispettare nessuna forma o regola. Questo che l’ establishment si presenti coi suoi generali o coi suoi schiavuttielli. Questo che si tratti di Grillo o di chi davvero voglia sovvertire le cose per portare, sul pianeta terra, la giustizia sociale.
E’ proprio l’abc. Chiunque la pensi in modo differente o è in malafede o è un ingenuo (Il termine strunz sarebbe più appropriato).
toccante
“Le sparate fascistoidi di Pasolini” è un’espressione che andrebbe incisa a caratteri d’oro su tutti i libri e giornali che ce lo ammanniscono come il più geniale genio mai nato in Italia. Invece era solo un populista parafascista e manicheo. L’uomo delle facili equazioni e del dico-e-non-dico-per-avere-più-carisma-e-sintomatico-mistero. Gli do ragione solo sul parla come mangi. Punto.
secondo me pasolini non era certo uno dei chiacheilli di adesso, e va detto che un film come ACCATTONE non più stato, non dico fatto, ma nemmeno pensato. Non credo di essere all’altezza di una completa analisi dell’opera di Pasolini. Sono però convinto di quello che ho scritto, e cioè che se ne usciva cond elle sparate fascistoidi.