I 10 peggio piatti di Natale.
1) Il Broro. Quando a Natale si dice eh no l’anno scorso ci hanno dovuto ricoverare a tutti per ciglio di panza, allora se ne esce sempre qualcuno che fa: facciamo una cosa liggiera, facciamo il broro. Dicesi broro, o brodo, una pietanza che si ottiene facendo bollire l’acqua e buttandoci dentro la qualunque. Come diremo più giù, esso è, appunto il brodo primordiale da cui hanno origine le pietanze più schifose della storia dell’umanità. Siccome si presenta in forma liquida, le genti ritengono che si tratti di una cosa leggera, tipo calmomilluccia. In realtà il vero broro natalizio contiene dalle seicentomila ai tre milioni di calorie a cucchiaiata, come di evince dalle tre dita di grasso animale che bisogna rompere a colpi di scalpello per raggiungere la parte cosiddetta liquida. Il sapore è buono, non so se avete mai fatto un pompino a un toro, perché più meno siamo là.
2) Il Capitone. Un giorno qualcuno ha visto un capitone e ha detto: hei, fa veramente schifo al cazzo! E’ viscido, puzzolente ed è brutto a vedere, dunque mangiamocelo. Bisogna però dire che i pregi del capitone non si fermano qui: infatti esso fa schifo anche come sapore, e perciò si abbina perfettamente al tossico che vi dovete pigliare a Natale frequentando parenti che nessun altro, a buona ragione, vuole frequentare per il resto dell’anno. Pare che le parti più succulente del verme schifoso siano la capa e la cora, ragionamento che segue la logica di quelli che votano a Di Pietro perché parla bene l’italiano.
3) Il Lesso. Conseguenza diretta del broro (vedi punto 1), vede probabilmente la sua origine nell’oscura notte dei tempi, altrimenti non si capisce la genesi di un piatto così schifoso e, soprattutto, sommamente cretino. In sostanza, qualche antesignano del gamberorosso del pleistocene, vedendo l’acqua calda, avrà pensato: che succede se ci butto dentro dei pezzi di animale morto? Nasce così il pezzo di animale morto bollito nell’acqua calda, altrimenti detto lesso. Caratteristica primaria di questo fantasioso e raffinato piattino è lo scovare altre pietanze con le quali coprire l’orrido sapore della carnaccia bollita nell’acqua: all’uopo qualcuno ha inventato tutta una serie di salse e di mostarde schifose pure loro al gusto e all’odore, ma sempre meglio comunque del lesso.
4) L’Insalata Di Rinforzo. L’insalata di rinforzo nasce in risposta alla domanda: e vogliamo stare così, liggieri liggieri? Un bell’infarto alla panza non ce lo vogliamo far venire? Perciò si prendono cavolfiore, peperoni sott’aceto, olive verdi e nere, alicette, cetriolini, teste di cavallo, mattoni, fotografie di Antonio Polito, si ricoprono di olio e aceto e voilà, si ottiene il cosiddetto rinforzino dal quale hanno poi avuto origine le famose razioni K dei soldati americani, ottenute da una sapiente pressatura dell’insalatina di rinforzo napoletana con una spolverata di cioccolato. Utilissima per riconoscere il parente che vi vuole vedere morto più di tutti gli altri: è quello che ti dice e ia’, altre due cucchiaiate, non mi dire che sei a dieta?
5) Il Cappone. Anche questo è un piatto molto simpatico, perché prevede la castrazione dell’animale prima di mangiartelo, e già questa è una cosa che ti mette nelo spirito natalizio, visto che castreresti volentieri tutti quelli seduti a tavola con te. La simpatica operazioncina fa sì che l’animale sia bello grasso, ma no grasso come Ollio di Stanlio e Ollio, proprio grasso di quel bel grasso schifoso che ti fa voltare lo stommaco appena senti l’odore. Per migliorare la cosa, spesso il bestio viene farcito con altre cose schifose e che ci abbinano di merda, come le castagne (che non sia mai dio le usi nel montblanc) o la salsa verde, che nessuno sa come viene fatta perché tutti si mettono paura di chiedere per non dover vomitare. Il cappone fa la sua figura anche nel broro, nel quale crea quella densa schiumetta che da sola giustifica un genocidio.
6) Il Salmone. Sono pochi anni che è arrivato sui nostri deschi natalizi ma ne è già diventato il re. Esso è un pesce arancione grasso e puzzolente, particolarmente gradito alle femmine, che viene venduto nei supermercati all’incirca tutto l’anno, ma vede il suo trionfo da novembre in poi. Viene utilizzato per gustose farfalle al salmone (pasta arancione puzzolente), tartine al salmone (tartine arancioni puzzolenti), sformati al salmone (sformati arancioni puzzolenti). Si distingue in : salmone economico (pesce arancione puzzolente economico), salmone costoso (pesce arancione puzzolente costoso) e salmone molto costoso (pesce arancione puzzolente molto costoso). Sembrerebbe difficile distinguerli, ma se sapete i numeri ci riescono anche quelli che leggono i libri di Paolo Giordano, anche se non tutti.
7) Le Uova Di Lompo. Detto anche il caviale pezzotto, esse stanno al caviale come Vladimir Luxuria a Kate Moss; purtuttavia, questo residuato degli anni ottanta non ha più abbandonato le nostre tavole. Come il salmone, conquistato il suo posto, non lo ha più mollato. Si tratta essenzialmente di piccole palline di sale nero che non somiglia al caviale, non sa di caviale e proprio per questo viene percepito come caviale. Con esso si preparano ottime tartine che sanno di sale, stupendi tramezzini che sanno di sale e delle meravigliose pastasciutte che sanno di sale con un retrogusto di merda.
8 ) Il Baccalà. E’ sostanzialmente un merluzzo a schiovere, nel senso che è un merluzzo che viene fatto prima essiccare e poi fatto rinvenire, secondo la regola aurea che chi fraveca e sfraveca non perde mai tempo, e chiedersi che senso abbia fare tutta questa iacovella invece di mangiarsi direttamente il merluzzo fresco è assolutamente inutile, che quelle le tradizioni sono belle per questo, non state sempre a fare storie pure a Natale iamm. Caratteristica del baccalà è il fatto che, comunque la padrona di casa decida di prepararlo, qualcuno si alza e dice che è meglio fatto nell’altro modo. Per esempio, se lo fatte fritto nella pastella, a tavola vi diranno che è meglio alla siciliana; se lo fate con le patane tutti vorranno quello alla vicentina e così via. Simpaticissimo il gioco di società che ne consegue chiamato dai più strafocarsi con la lisca del baccalà ‘e chi te mmuorto.
9) Il Vegetariano. Anche i vegetariani hanno diritto al loro bel natale culinario. Caratteristica del menu vegetariano è scovare sostanze schifose tipo il tofu che imitino male il gusto dei piatti vomitevoli che abbiamo descritto fino a ora. In sostanza avrete capponi pezzotti più schifosi dei capponi veri e lessi ancora più assassini, però senza la soddisfazione di sapere che almeno l’animale che vi sta intossicando panza e serata almeno ha sofferto, che quelle pure sono soddisfazioni.
10) Il Meglio. Caratteristica selezione dei pezzi più pregiati dei manicaretti natalizi, esso viene invocato in genere da genitori o zii crudeli. Si tratta, in buona sostanza, nel definire il meglio quello che hai appena lasciato nel piatto, generalmente urlando con faccia schifata Guaglio’, ‘e lasciato ‘o mmeglio! Che in genere corrisponde a: rostri, bargigli e becco di cappone; grasso e tendini del lesso, occhi di capretto, cervello di scimmia e quant’altro le tradizioni natalizie di chi vi è stramorto è riuscito a portare in tavola per intossicare il santo natale, che quello già vi stava simpatico di suo.
Io comunque sono fans del baccalà
voi puotete
Non puoi attentare alla vita delle persone così. Credo di essere morto.
[...] [...]
…quoto la nr. 10 per affinità parentali e nel ricordo dei natali passati…
a me una sana ‘nsalatella di rinforzo non dispiace…..
tolta l’insalata di riforzo ( e il capitone che pure ha un perche’) sottoscrivo
credo di amarti
due bei cucchiai di insalatella di rinforzo e passa
preferisco una fella di baccalà
Ua’, mi sono fatto una palla di sivo solo a leggere di tutte queste pietanze trigliceriche.
L’ho letto sul cesso, dopo essermi sentito male dopo il cenone della vigilia. Rido e sto male. E non so dove sia merito tuo e/o demerito del cenone…
e il roccocò???ca te scass’ e rient’!!!
per me l’insalata di rinforzo è un inspiegabile orrore