Quello che non ho.

Quello che non ho, per mia fortuna, è la voglia di ripulire questo libretto dalle cose che lo rendono non pubblicabile. Quello che non ho è la voglia di mettermi a leccare culi per avere una recensioncina dall’amicuzzo. Quello che non ho è l’intenzione di lasciar perdere l’astio, la voglia di vedere certa gente fare una brutta morte. Sul serio, io desidero ardentemente che certa gente muoia, e neanche di subito. Per questo ho scritto un libro di insulti. Che potete leggere sia ridacchiando qua e là, perché poi aho’, parliamoci chiaro, va bene anche questo, ma che io invece vi consiglio caldamente di leggere tutto d’un fiato. Perché il senso che vorrei comunicarvi è quello che invece ho: il vomito, la voglia di indignarsi ancora, il desiderio che i salottini tv nei quali giornalisti milionari discutono a cazzo di cane della gente che si ammazza per mancanza di soldi prendano fuoco; la voglia di vedere andare sotto a un convoglio di tir l’amico che sproloquia contro il malgoverno però poi va a votare i pregiudicati perché sai mio cognato; il desiderio di far consumare dalla tisi il ricchione de sinistra che va pure lui a votare i pregiudicati però de sinistra perché mica vorrai consegnare il paese a Berlusconi eh; la rabbia che ti monta verso l’attore impegnato che però se non lo finanzia lo stato si muore di fame, perché è cane col pedigree.

Quello che ho è il desiderio che, dopo aver letto queste poche pagine, magari sorridendo, vi venga davvero la voglia di augurare la morte a qualcuno, e che magari troviate il coraggio di dirglielo: brutto stronzo, quando crepi, tu e tutta la razza tua infame progenie di sciacalli sifilitici?

Perché è quando cominci ad augurare la morte agli stronzi che cominci a stare dalla parte dei buoni: non è molto, lo so, ma visto come stiamo combinati, è un buon inizio.

Il libro, per ora, lo comprate qua. Poi vi dirò gli altri modi per procurarvelo.