Santa subito.
Riassumo velocemente.
E’ tosta. E’ tenace. E’ infaticabile. E’ una lady di ferro. Ha toni da prima della classe. E’ consultata dalla Russia alla Lettonia. Milionaria, abbassa la pensione della madre. E’ massima esperta del settore delle pensioni, cattedra all’Università di Torino. E’ una donna di ferro e di cultura. E’ una predicatrice della moltiplicazione delle donne al potere. E’ attenta alle parole. E’ molto stimata da Giovanni Bazoli. Propone ai sindacati carteggi on line. A un convegno con l’aria condizionata bloccata, coraggiosamente propone di spostare la trattativa sul prato all’esterno. E’ troppo normale per essere vera. E’ un’aliena volontaria. E’ una prima della classe rivoluzionaria. E’ una donna di valore, con una famiglia low profile, casa borghese, mini appartamento in montagna. Una che viene da San Carlo Canavese, padre operaio, sveglia tutti i giorni alle 5,30 per studiare a Torino prima Ragioneria poi Economia, capace di fare sette chilometri a piedi, passo da montanara che non conosce fatica. Dieci giorni fa ha sfoggiato un braccialetto molto rosa con una frase di una poetessa polacca.
Non ho inventato NIENTE. E’ l’articolo sulla Fornero de L’Espresso in edicola oggi.
Signora Fornero, fossi in lei, più della maglietta che dice Fornero al cimitero, io mi preoccuperei (e molto) di quest’articolo. Panegirici così li aveva solo Mussolini. Dica al suo staff di non preoccuparsi se le arriva un pacchettino da parte mia. E’ solo un corno: mi raccomando, lo tenga sempre con sé.
Dunque… mi confermi che non hai iniziato una collaborazione con l’”espresso”?.
La situazione è come sempre sconfortante.
Mi ricordo ancora di un mattina alle elementari. Un bel dì la mia maestra “unica” scoppiò in una crisi di nervi, con pianto isterico.
Continuava a dire che non si poteva essere troppo buoni con noi: “vi prendete il dito con tutta la mano”.
Morale: – non era così dolce come tutti dicevano. Era semplicemente incapace.
Continuo a ragionare sui paragoni:
maestra – ministra
compagni – Popolo sovrano.
L’interpretazione distorta della realtà e l’incapacità di non cogliere al volo le occasioni che permettono di prendersela comoda (in francese “ne pas fatiguer”)
“No… non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa!”
G. Gaber
http://www.youtube.com/watch?v=jc0ydD-Hp1w&feature=related
(min 5:27)