Amarcord.

Quando ero piccolo io, Salierne era un posto di merda, ma brutto brutto, sporco e incasinato. Non c’era una libreria vera, solo postacci, eppure noi leggevamo solo capolavori. C’erano, rispetto ai multisala di oggi, pochi cinema, però un sacco di film e quasi tutti veramente belli. Non parliamo dei negozi di musica, dove (ve l’ho già detto, è successo a mio cugino quello che ne capiva) chiedevi Hendrix e ti davano Sergio Endrigo: eppure noi scoprivamo un disco dopo l’altro, uno più meraviglioso dell’altro. C’erano solo due canali, in tv, in bianco e nero, ma trasmettevano aggratis i capolavori del cinema mondiale, scelti pure con criterio, magari per autore e cronologicamente. I ristoranti erano quello che erano, ma si mangiava bene e se chiedevi una pasta e piselli nessuno chef frociastro si metteva a urlare dalla cucina che la pasta e pisielli giammai, se non destrutturata e senza cipolla. Certo, i politici giravano anche allora con la scorta, ma perché avevano paura: non era bello, per carità, ma almeno era una soddisfazione mica da ridere, vederli nascondersi come i sorci, a ‘sti sorci. E i giornali: non erano tabloid, non ti allegavano i film di Luca e Paolo, però aprivi l’Unità e ti leggevi a Fortebraccio, quello che per avere il diritto di parlare dei lavoratori si era autoassegnato lo stipendio dei metalmeccanici, perché come si fa a parlare della gente se si guadagna trenta volte quello che la gente guadagna?

E pensate quanto eravamo stronzi: pensavamo che quello fosse un mondo di merda.



2 Commenti

  1. suona un po’ come : “si stava meglio quando si stava peggio”

  2. si stava meglio quando si stava zitti