Archivio ottobre 2008


Piccolo dizionario.

autocrìtica   [auto'kritika], s.f., Feroce analisi di sé che culmina, generalmente, nello scoprire quanto sono stronzi gli altri.

Un due tre, Maria Stella.

Siccome che i studenti son facinorosi e facinoroseggiano, noi non potevamo che appoggiarli. Qui trovate delle vigne tanto carucce da ritagliare.

Dite che no.

Un uomo che non è disposto a morire per le sue idee ha capito che c’è già un intellettuale di sinistra pronto a fregargliele.

Rosicandum.

E’ un po’ di tempo che non puoi più criticare nessuno: perché se lo fai vuol dire che rosichi. Solo questa ci mancava. Non puoi dire, per esempio, che uno scrittore scopiazza, perché vende più di te, e allora rosichi. Che un cantante non sa cantare perché lui cià le fans e tu no, e [...]

So don’t call me a faggot not unless you are a friend.*

Quando vuoi essere rispettato per quello che ti entra nel culo e te ne fotti delle stronzate che ti escono dalla bocca. * è una citazione, ma schiatterete prima che vi dica di che si tratta.

Son cazzi.

Per avere successo nella vita non è necessario essere stronzi. E’ indispensabile.

Darla al capo, nel senso di dieta.

Allora, la mattina un mezzo pompelmo, a mezzodì merluzzetto, la sera due canapé. Se non esageri coi maraschini e i rosoli fatti in casa dal Bondi in due mesi diventi uguale a me.

Per sempre, amore mio, per sempre.

Poi si scoprì che lei faceva i bucchini.

Dice che hanno il ritmo nel sangue.

  Solo che, per scoprirlo, dovettero tagliargli la gola.

La canuta testolina.

  Ah, guardi, come li tinge la Gianna non se ne accorge nessuno!

Schivo di natura, non sapeva se parteciparvi o no.

Ma una vecchia zia di Cantù, che ne possedeva uno in tredici pollici, gli disse che il televisore non mordeva mica.

La figlia giovinetta vuol diventare cineasta.

Ma in realtà il vedremo del famoso attore non sembrava sincero.